Ciao nonno, una lettera per Marcello Torre

Ciao nonno…
sarebbe stato bello potertelo dire almeno una volta. Poterti chiamare, semplicemente, proprio così, “nonno”.
Purtroppo non è stato possibile.
Sono trascorsi molti anni da quel maledetto giorno che ha per sempre cambiato e segnato, la storia della nostra famiglia.
Trentasei anni di assenza costante, pesante, logorante…
Noi, non eravamo ancora nati. Era l’ 11 dicembre 1980.
Quel giorno, decisero che tu non avresti più avuto, il diritto di essere nonno e che noi non avremmo mai avuto il diritto di avere un nonno.
Non immagini quanto sarebbe stato bello poterti guardare almeno per una volta, dritto negli occhi, vivere “normalmente” il nostro rapporto.
Ci è stata negata, la “normalità” delle cose. Tutta la nostra famiglia, da quel giorno, ha perso il senso della “normalità”.
Nonostante tutto però, la nostra famiglia, la tua famiglia, non si è mai arresa, non ti ha mai dimenticato, ha continuato sempre ad amarti e lottare per la “vera verità”.
La tua assenza è stata trasformata in un’ incredibile e costante presenza, la tua memoria per noi ha assunto una concretezza inspiegabilmente tangibile.
Il tuo sacrificio, i tuoi valori, hanno creato un solco indelebile nelle nostre coscienze e nelle nostre vite. Una strada senza ombre, piena di vita.
Ti abbiamo conosciuto attraverso i racconti di chi ti ha amato e di chi condivideva il tuo sogno. La nostra famiglia ha avuto un ruolo fondamentale.
Ora però c’è tanta gente che sogna con noi, che ci crede concretamente e dà l’ anima per riscattare la tua terra.
La nostra famiglia non è più sola. Tu non sei più solo.
Lottiamo ogni giorno affinché il tuo sacrificio non sia stato inutile. Cerchiamo, con tutti i nostri limiti, di ripristinare quel senso di normalità che ci è stato negato.
Non è facile, ce ne rendiamo conto, la società che hai lasciato non poi tanto diversa. Ma è l’unico modo possibile, per renderti davvero giustizia e rafforzare sempre di più la tua memoria.
Saremo sempre grati a tutti quelli che non ti hanno mai dimenticato. Ci hanno permesso di conoscerti.
La nostra famiglia, può esserne certo, proverà sempre ad essere degna del tuo gesto d’amore.

I tuoi nipoti Marcella, Marcello e Goffredo