Francesco Estatico era un ragazzo di 19 anni. Fu ucciso da una coltellata ricevuta in seguito a una lite, scoppiata per aver guardato una ragazza. Era il 15 febbraio del 2004. Francesco era davanti un bar di Mergellina, a Napoli. Nessuna delle persone presenti è intervenuta per sedare la rissa scoppiata tra il fidanzato della ragazza e Francesco, ucciso con una coltellata per uno sguardo di troppo.
Antonino Scuderi, contadino trentacinquenne, consigliere comunale socialista, da pochi mesi segretario della cooperativa agricola di Paceco, fu ucciso in un agguato mentre tornava a Dattilo in bicicletta il 16 febbraio 1922. Scuderi è uno dei tanti agnelli sacrificali che gli agrari, i fascisti e i mafiosi, hanno preteso fra il 1920 e il 1924.
Sacerdote siciliano. Impegnato nel denunciare pubblicamente l’ingerenza dei poteri criminali nell’amministrazione delle rendite ecclesiastiche. Il 16 febbraio 1916 in borgata Ciaculli di Palermo viene assassinato. A ordinare la sua esecuzione, è stata l’Alta Maffia dei Ciaculli, incarnata per l’occasione da Salvatore e Giuseppe Greco. È il primo sacerdote ucciso dalla mafia.
Andrea Cortellezzi ha 22 anni ed è figlio di un piccolo industriale del varesotto. Sono gli anni dei sequestri, dei riscatti e dell’ascesa sul campo di diverse organizzazioni criminali che si arricchiscono. Andrea scompare il 17 febbraio del 1989. Fu rapito da una banda poco organizzata emiliana e poi l’ostaggio rivenduto all’Anonima sequestri e spostato sicuramente nella roccaforte calabrese, l’Aspromonte.
L’ultimo contatto la sua famiglia lo ebbe il 5 agosto 1989, quando si vide recapitato un orecchio mozzato: la spedizione del plico era partita da Locri. Poi più nulla. Il suo corpo non fu mai ritrovato.
Non aveva seguito i consigli di chi li suggeriva di andarsene, di lasciare il Paese. Perché Federico era un uomo semplice, semplice e onesto. Lavorava da sempre come venditore ambulante nei mercati del casertano. Si era trasferito a Casal di Principe per amore e aveva lasciato Frattamaggiore. I guadagni delle sue fatiche, del suo lavoro non aveva intenzione di dividerli con nessuno, nè tanto meno con le organizzazioni criminali che imponevano il pizzo agli ambulanti. E così, visto che non c’era nessuno che rappresentasse la categoria aveva fondato un sindacato, lo SNAA – Sindacato Nazionale Autonomo Ambulanti che in pochi mesi aveva raggiunto tremila iscritti. E continuava a denunciare e supportare chi voleva farlo. Il 19 febbraio avrebbe dovuto testimoniare in un processo molto importante, scaturito da una sua denuncia. E così, il 18 febbraio del 2002 fu dato ordine di eliminarlo. Era al telefono, nella sede del suo sindacato, quando un uomo armato entrò nel suo ufficio e lo uccise.
Pietro Ponzo impegnato nelle lotte contadine fin dai fasci siciliani, fu presidente della Cooperativa Agricola di Salemi. Negli anni 1919-1920 partecipò alle manifestazioni e alle occupazioni delle terre per l’assegnazione dei latifondi, in particolare del feudo Mokarta, tra Salemi e Mazara. Fu assassinato il 19 febbraio del 1921.
Francesco era originario di Cerignola (FG) e viveva a Lazzaro, una piccola frazione in provincia di Reggio Calabria, dove lavorava come meccanico. Aveva 40 anni quando fu ucciso per aver negato un litro di olio lubrificante al boss del quartiere.
Farmacista e proprietario terriero di 62 anni, Giuseppe Gullì è stato rapito intorno all’una di notte del 21 febbraio 1980 in contrada Moro di Fossato di Montebello Ionico. Consigliere provinciale DC, sposato e padre di tre figli, fu prelevato da quattro banditi mentre stava rientrando a casa a bordo della sua auto. I tanti appelli della famiglia in questi anni sono caduti nel vuoto. Giuseppe Gullì non è stato mai più ritrovato.
Rossella Casini studiava psicologia ed era di Firenze. A soli 25 anni scomparve da Palmi, paese della Calabria nel quale si era trasferita perché fidanzata con un ragazzo del luogo. La verità arrivò molti anni dopo, quando si è scoperto che Rossella era rimasta vittima di una sanguinosa faida di ‘ndrangheta. Fu punita perché aveva convinto il fidanzato, Francesco Frisina, a rompere con le leggi dell’omertà. Francesco, a cui intanto era stato assassinato il padre, spinto dalla fidanzata decise di svelare a un magistrato la catena di omicidi che aveva insanguinato la sua famiglia. Frisina si rifugiò a Torino dove il cognato lo raggiunse, convincendolo a ritrattare. Tre giorni più tardi vennero arrestati entrambi. Rossella continuò a far la spola fra Firenze e Palmi, cercando, con maldestri tentativi di ritrattazione, di salvare il fidanzato. Nel febbraio del 1981, a pochi giorni dal processo, Rossella andò nuovamente a Palmi. Doveva parlare con un giudice. Chiamò il padre domenica 22 febbraio. “Sto rientrando” disse. E invece non rientrò più. Era stata uccisa, l’estranea che aveva spinto il fidanzato a fidarsi dello Stato, aveva pagato anche per lui.
Era un commerciante. Fu ucciso a Bagheria (PA) il 22 febbraio del 1992. L’uomo si era ribellato al racket.