Giuseppe Di Matteo | Bambino

When:
January 10, 2019 – January 11, 2019 all-day
2019-01-10T23:00:00+01:00
2019-01-11T23:00:00+01:00

Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo, fu rapito il 23 novembre 1993. Giuseppe aveva 12 anni,e fu rapito al maneggio di Altofonte (PA) da un gruppo di mafiosi che agivano su ordine di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato.

Il piccolo fu legato e lasciato nel cassone di un furgoncino Fiat Fiorino, prima di essere consegnato ai suoi carcerieri. La famiglia cercò presso tutti gli ospedali cittadini notizie del figlio, ma quando, il 1º dicembre 1993, un messaggio su un biglietto giunse alla famiglia con scritto “Tappaci la bocca” e due foto del bambino che teneva in mano un quotidiano del 29 novembre 1993, fu subito chiaro che il rapimento era finalizzato a spingere Santino Di Matteo a ritrattare le sue rivelazioni sulla strage di Capaci e sull’uccisione dell’esattore Ignazio Salvo.

Il 14 dicembre 1993, Francesca Castellese, moglie di Di Matteo, denunciò la scomparsa del figlio. In serata fu recapitato un nuovo messaggio a casa del suocero (Giuseppe Di Matteo, padre di Santino) con scritto “Il bambino lo abbiamo noi e tuo figlio non deve fare tragedie”.

Dopo un iniziale cedimento psicologico, il pentito non si piegò al ricatto, sebbene fosse angosciato dalle sorti del figlio e decise di proseguire la collaborazione con la giustizia. Brusca decise così l’uccisione del ragazzo, ormai fortemente dimagrito e indebolito per la prolungata e dura prigionia. Giuseppe venne strangolato e successivamente sciolto nell’acido l’11 gennaio 1996, all’età di 15 anni, dopo 779 giorni di prigionia.