Punta Raisi, il dovere della memoria

Cari amici,

sono passati trentasette anni da quella notte del 23 dicembre del 1978. La notte in cui il volo di linea AZ 4128 dell’Alitalia in viaggio da Roma Fiumicino a Palermo scompare dai radar. Delle centoventinove persone a bordo, solo ventuno riusciranno a salvarsi. Nuoteranno nelle gelide acque del mare antistante l’aeroporto Punta Raisi e troveranno riparo su alcuni pescherecci presenti in zona, i primi a prestare soccorso. Per le altre centotto persone a bordo, trascorse quattro ore di attesa per i soccorsi ufficiali, non ci sarà nulla da fare.

183315316-c476a3d9-e03c-40e0-af30-ffdb0a265d78

Sulle cause della tragedia non si arriverà mai ad una univoca ricostruzione dei fatti – nonostante le commissioni di inchiesta. Verrà attestato soltanto il mal funzionamento di alcuni impianti per l’atterraggio e il guasto delle motovedette. A essere condannati saranno solo i piloti (entrambi deceduti). Le ricerche del relitto e dei corpi in mare, chiuse a gennaio del 1979 lasciano 17 passeggeri dispersi. Nella stessa zona sopra l’aeroporto di Palermo nel 1972 era precipitato un altro aereo di linea, con 115 persone a bordo, e sempre a poche miglia, nel 1980 ci sarà la più nota strage di Ustica.

Sulla strage del 23 dicembre, più che sulle altre due, cala subito l’oblio, collegato ad una parziale e poco corretta informazione, riscontrabile anche oggi. La stele commemorativa, realizzata dai familiari dopo la tragedia, viene dimenticata e circondata dai rifiuti nell’assenza delle istituzioni. Trentadue anni dopo quel disastro, i familiari delle vittime si incontrano per ricordare i loro cari nel giorno dell’anniversario e ripuliscono il luogo in cui si trova la stele, a Marina di Cinisi. In quell’occasione, quel 23 dicembre 2010 anche Don Luigi Ciotti era con loro, “Credo che tutti noi abbiamo il dovere della memoria, ne abbiamo la responsabilità. Dobbiamo chiedere verità e giustizia. Il Natale è una festa della giustizia, non dimentichiamolo”. Furono queste le parole che pronunciò in quell’occasione, parole di speranza rivolte ai familiari delle vittime di quella tragedia, tra loro c’era Cristina, che in quell’aereo aveva perso il padre. Un padre che non ha mai conosciuto perché non era ancora nata. Ritrovare il padre ha significato per lei ricercare la verità sulla sua morte. Ha iniziato così a studiare le carte processuali, a documentarsi non solo su quel disastro aereo, ma anche sulle altre tragedie accadute in quegli anni.

Anche quest’anno vogliamo stringerci al fianco di quei familiari, per non farli sentire soli. Perché la memoria che diventa impegno è anche questo. Ricordare le vite di chi non c’è più e non lasciare nel dolore solitario i loro cari. Il 23 dicembre di quest’anno alle ore 11, presso la sede del Gruppo Abele sarà celebrata una s. messa da Don Luigi in ricordo del papà di Cristina e di tutte le altre vittime del disastro aereo.

Sarà un momento per essere al fianco di Cristina, che arriverà dalla Sicilia, e conoscendo la capacità di accoglienza della nostra rete, vi invito a partecipare numerosi, perché crediamo con convinzione che “il Natale è la festa della giustizia”.
Avremo un altro appuntamento il 23 gennaio, nel corso del coordinamento regionale piemontese, al quale saremo presenti oltre Cristina Scuderi, io e Margherita Asta per approfondire questa storia che rischia di restare orfana di memoria (oltre che di giustizia) e per riflettere insieme su quanto sia importante chiarire il passato per capire il presente.

Vi abbraccio

Daniela Marcone